Palazzo V—A-C

Palazzo delle Zattere, Venezia

Il progetto ha inteso concretizzare l’obbiettivo di VAC di realizzare a Venezia un spazio aperto alla città. La funzione espositiva si coniuga al lavoro degli artisti che hanno a disposizione spazi, foresteria e un ristorante bar tutto l’anno e oltre l’orario di apertura, un tema che fin dall’inizio ha guidato le scelte di progetto.

Il palazzo soggetto a vincolo monumentale, é stato oggetto di un attenta  ricerca storica/ documentale ulteriormente supportata da indagini puntuali e da verifiche stratigrafiche  sulle murature esistenti.
Questo lavoro ha permesso di comprendere la travagliata storia dell’intero lotto sul quale insistono i cinque diversi corpi di fabbrica che compongono quello che inizialmente sembrava essere un unico edificio. Ogni corpo di fabbrica ha avuto negli anni trasformazioni molto importanti, soprattutto negli ultimi 60 anni e cioè da quando il Palazzo, nel 1951, e’ diventato di proprietà del Porto di Venezia. Determinante e’ stato il passaggio dall’ uso residenziale a quello ad uffici.
Gli esiti della ricerca hanno delineato gli importanti temi di restauro conservativo, i quali hanno determinato in maniera fondamentale le scelte del progetto, soprattutto nel corpo di fabbrica che si affaccia sulla Fondamenta delle Zattere datato al 1875, in particolare:
l’ingresso del palazzo pavimentato con la pietra d’Istria consumata dal tempo;
gli stucchi lucidi degli anni cinquanta dell’ingresso e della scala di accesso al primo piano;
l’arco ribassato e le finestre murate al piano terra;
la colonna di sostegno della scala storica in pietra d’istria;
i pavimenti alla veneziana al primo piano del corpo principale;
I soffitti decorati al piano nobile;
la stuttura in legno del tetto esistente.
Materiali utilizzati e finiture del progetto
L’uso dei materiali tipici della tradizione veneziana è stato il filo conduttore dell’intervento:
trachite euganea delle cave di Monte Merlo, pietra d’Istria, Bianco di Asiago e pietra di Chiampo
legno di larice, ferro e acciaio non verniciato, vetro, intonaco in calce.
Nello specifico, per i pavimenti dove non e’ stato possibile intervenire con la conservazione e il restauro è stato realizzato il terrazzo alla veneziana, con semina diversa tra lo spazio espositivo (trachite) e gli spazi della foresteria (biancone). Per la scala principale sono stati utilizzati il ferro, il vetro e la pietra di Chiampo. Per le finestre il legno di larice. Per le facciate l’intonaco in calce con colori e finiture dell’intonaco originale. Le pareti interne degli spazi espositivi sono intenzionalmente e semplicemente bianche.
Impianti e dotazioni tecnologiche
La priorità assoluta di uno spazio espositivo è la dotazione tecnico- impiantistico- tecnologica che deve garantire standard qualitativi altissimi in merito alla regolazione delle temperature e al controllo dell’umidità sia per i visitatori che, fondamentale, per le opere presenti, alle questioni illuminotecniche; sicurezza antincendio dell’immobile, dei visitatori, e delle opere esposte; sicurezza e antinfrazione dell’immobile e delle opere in esso contenute e, non ultima per importanza, la protezione dal fenomeno dell’acqua alta alla quota di sicurezza massima di 2 metri sul medio mare.
I requisiti sopra elencati, determinanti e fondamentali per uno spazio espositivo con caratteristiche di versatilità per esposizioni, mostre temporanee ed eventi culturali di ogni tipo e il profilo del Palazzo (veneziano, vincolato, con una sua anima particolare) hanno portato ad una progettazione molto accurata e attenta ad una corretta integrazione rispettosa del palazzo storico. Il risultato è il progetto originale ed innovativo dei controsoffitti tecnici che, in pochissimi centimetri, possono nascondere tutta la parte impiantistica orizzontale della distribuzione dell’aria per la climatizzazione e il controllo dell’umidità, l’impianto antincendio e e soprattutto un sistema di illuminazione progettato “su misura” per questo Palazzo grazie alla collaborazione di i Guzzini illuminazione.
Il palazzo è il risultato di varie trasformazioni che si sono susseguite negli ultimi due secoli, ed é costituito da 5 diversi corpi di fabbrica che si sviluppano dalla Fondamenta delle Zattere a sud fino al canale di Ognissanti a nord.
L’ingresso dell’ edificio ricostruito nel 1875, è situato a sud, ove si possono riconoscere la facciata lapidea realizzata, probabilmente in due fasi successive, il basamento e il piano primo in pietra d’istria come in tutti i palazzi veneziani, il secondo piano e il sottotetto, in pietra tenera di Vicenza, fatto piuttosto insolito per la città di Venezia; l’attento restauro conservativo ha enfatizzato queste caratteristiche.
Il piano terra, che si affaccia sulla fondamenta delle Zattere, é diventato la naturale prosecuzione dello spazio pubblico aperto a tutti. L’ingresso del palazzo pavimentato con la pietra d’istria consumata dal tempo è stato oggetto di un delicato restauro conservativo, così come le sue superfici verticali, in stucco lucido novecentesco.
Il progetto si legge nella sua semplicità nell’ingresso al Palazzo con il solo inserimento di sobri arredi metallici in colore  bianco caldo che hanno la funzione di accogliere gli impianti di climatizzazione e di proporre le prime informazioni sulla Fondazione VAC. L’elemento verticale di collegamento ai piani è la scala in ferro, vetro e pietra di Chiampo, segno di progetto più importante, la cui colllocazione permette una ottimale fruibilità degli spazi e dei percorsi espositivi.
La scala consente anche l’accesso all’ultimo piano, riservato alla foresteria per gli artisti e collaboratori della Fondazione.
Gli spazi e i percorsi espositivi sono il risultato di una attenta lettura dei corpi di fabbrica, diversi per dimensioni e altezze, peculiaità che, attraverso studio accurato e sensibilità progettual,e sono state mantenute e rese riconoscibili.
Riconoscibili e percepibili anche i 5 corpi storici che caratterizzano il palazzo, restituiti allo stesso attraverso l’eliminazione delle numerose piccole stanze destinate ad uffici diventate ampi spazi destinati all’esposizione di opere d’arte o installazioni.
Il progetto di restauro è in realtà la restituzione alla città di questo particolare edificio veneziano, con le finestre in legno di larice che, senza mimetismi, dichiarano il loro ruolo di elemento tipologico di ogni edificio, sottolineando e incorniciando il rapporto tra interno ed esterno. Inoltre, esse compongono e disegnano gli affacci del palazzo e il loro rapporto con la città: lungo la stretta calle laterale mediante le loro dimensioni e il numero ridotto, con l’edificio adiacente attraverso l’unico affaccio sulla terrazza laterale al secondo piano, sul fronte giardino e canale grazie alla loro distribuzione tipica e, infine, con la loro evidente presenza sul prospetto principale affacciato sulla Fondamenta delle Zattere che guarda il Canale della Giudecca.

Progettazione, Progetto architettonico ed esecutivo

architetti PEDRON/LA TEGOLA

Progetto architettonico ed esecutivo, Progettazione e coordinamento

Alessandro Pedron

Coordinamento progetto

Luca Vergombello

Collaboratori

Matteo Artico

Valentina D'Alberto

Manuel Minto

Marco Vittor

Alessandro Zanini

Progetto strutturale

Gianni Breda

Progettazione impianti

Eros Grava

Prevenzione incendi

Fabio Rocchesso

Sicurezza

Vincenzo Casali

Imprese edili e fornitori

Errecostruzioni srl | Venezia

Impianti

Cecchinato impianti srl | Padova

Arredo e interni

Tosetto allestimenti | Jesolo Venezia

Cartongessi e tinteggiature

Il profilo dell'edilizia | Padova

Interni Maggio 2019 – Inside architecture | International Venice

APML per il restauro di Palazzo delle Zattere, VAC Foundation

The Explorer Par One

Nuova prova per il nostro progetto museale del V-A-C

De Castelli e V-A-C Foundation

Intervista ad Albino Celato e Alessandro Pedron