allestimenti
Restaurando
Isola di San Giorgio, Venezia
Il restauratore d’arte è in egual misura alchimista, detective, tecnico, medico, scienziato e cultore appassionato. Ma soprattutto è un maestro artigiano dotato di una cassetta per gli attrezzi pressoché sconfinata, il cui unico obiettivo è la ricerca dell’autenticità. Allestimento per Open Care ad Homo Faber 2018.
Conoscere dal vivo il mestiere appassionante del restauratore è l’idea che sostiene “Restaurando”. Nel curare questo spazio, ho cercato di condividere un’esperienza attraverso la creazione di un vero e proprio laboratorio in funzione, con aree dedicate alle diverse attività: dallo studio preliminare all’analisi diagnostica, dalla sperimentazione all’intervento sull’opera. Il visitatore potrà in questo modo vedere in prima
persona cosa accade dietro le quinte e seguire da vicino l’affascinante processo di restauro dell’opera d’arte. La nostra professione si è evoluta nel tempo da attività manuale strettamente connessa alla competenza artistica – tramandata da maestro ad allievo – a figura professionale accreditata, che segue una metodologia codificata e fa riferimento a una precisa tradizione storico-critica. Restaurare oggi richiede abilità manuale, rigore metodologico e continua ricerca tecnico-scientifica: non solo quindi destrezza artigianale, ma anche intelligenza e sensibilità. Tutto questo spesso sfugge a chi guarda un’opera sapientemente restaurata, in cui l’intervento del conservatore resta invisibile, come in molte delle professioni artigiane. In ombra restano in particolare gli interventi che consentono di preservare non solo le grandi opere, ma anche il
patrimonio culturale insito nei meravigliosi oggetti prodotti dai nostri artigiani nel tempo. Per questo motivo, in occasione di Homo Faber, ho
scelto di presentare opere di diversa provenienza e tipologia: dall’arredo familiare al dipinto prestigioso, dall’opera d’arte contemporanea all’oggetto di design. La sempre maggiore attenzione per l’arte contemporanea a livello internazionale, lungi dal rendere obsoleto il mestiere del restauratore, lo invita a nuove sfide. La deperibilità dei materiali utilizzati e la loro eterogeneità, la natura effimera e contestuale dell’opera contemporanea, la crisi dei concetti di autorialità e originalità dell’opera, richiedono nuove competenze tecniche e l’assunzione di una nuova etica e nuovi spunti di riflessione. Lo sviluppo tecnologico ha offerto, inoltre, nuovi strumenti per l’analisi e l’archiviazione che consentono di conservare e condividere le informazioni sull’opera. È il senso stesso del conservare che viene messo in gioco e ci invita ad
assumere in modo più consapevole la responsabilità di preservare e tramandare il nostro patrimonio. Una responsabilità che è di tutti e che passa anche attraverso il riconoscimento della professionalità e della dignità di questo straordinario mestiere.
Isabella Villafranca Soissons
Direttore Dipartimento Conservazione e Restauro,
Open Care – Servizi per l’Arte
Curatore
Isabella Villafranca Soissons
Progettazione
apml Architetti Pedron / La Tegola
Alessandro Pedron
Maria La Tegola
Matteo Artico
Anthony Bove
Anna Valastro
Marco Vittor
Produzione
Civita Tre Venezie
Illuminazione
iGuzzini
Restauri
Emiliana Bianchi
Enrica Cabianca
Chiara Centemero
Giuseppe Degennaro
Chiara Fiegl
Milena Gigante
Maria Elena Paola
Paola Pirovano
Federica Salvioni
Chiara Santhià
Simona Tavella
Factum Foundation
Guendalina Damone, responsabile
Ringraziamenti
Banco BPM
Fondation Cartier pour l’art contemporain
Fondazione Gianfranco Ferré
Fondazione Giorgio Cini
Fondazione Querini Stampalia
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
Gallerie dell’Accademia di Venezia
Museo dell’Arredo Contemporaneo, Ravenna
Open Care
Main Partner
Euromobiliare